La responsabilità puo' essere definita come la "possibilità di prevedere le conseguenze del proprio comportamento e correggere lo stesso sulla base di tale previsione".
Si tratta di un concetto centrale nella filosofia morale, nel diritto, nelle scienze sociali in genere e perfino nel linguaggio aziendale corrente, campi nei quali il termine assume significati specifici. La responsabilità va tenuta distinta dalla semplice imputabilità, intesa come l'attribuzione di un determinato comportamento ad una determinata persona.
La responsabilità presuppone una situazione di libertà, in cui la persona puo' scegliere quale comportamento tenere; se tale scelta non gli fosse possibile, infatti, anche laddove fosse in grado di prevedere le conseguenze delle sue azioni, non potrebbe comunque adottare un diverso comportamento alla luce della sua previsione. D'altra parte, affinchè si possa parlare di responsabilità, è necessario che la persona si trovi in una situazione di libertà limitata, in cui i comportamenti che puo' tenere non sono del tutto indifferenti giacchè, altrimenti, non vi sarebbe ragione di scegliere l'uno piuttosto che l'altro sulla base delle conseguenze previste.
Da quanto detto emerge che una persona si puo' dire responsabile di uno stato di cose se sussistono congiuntamente le condizioni in cui lo stato di cose è una conseguenza del suo comportamento, la persona avrebbe potuto prevedere questa conseguenza certa o anche solo probabile del suo comportamento o la persona, volendo, avrebbe potuto comportarsi diversamente, evitando così tale conseguenza.
In un senso diverso, si dice che una persona è responsabile se, quando agisce, cerca di prevedere le conseguenze delle sue azioni e correggerle di conseguenza.
Di solito, negli ordinamenti attuali, affinchè sorga il dovere di sottostare alla sanzione è necessario che il comportamento sia volontario e, dunque, che l'autore dell'illecito abbia agito con colpa o dolo: si parla, in questi casi, di responsabilità soggettiva (o colpevole). Non mancano, tuttavia, anche negli ordinamenti attuali, casi di responsabilità oggettiva in cui, cioè, il dovere di sottostare alla sanzione sorge a prescindere dalla volontarietà del comportamento.
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